28 dicembre 2010

Il dilemma dell'esperto

"Il problema [in un dibattito] è che le idee più facili da spiegare, quelle che suonano convincenti a un pubblico generico, non sono sempre le idee migliori. Una persona non esperta e poco cauta si dirà, "Sì, questo lo capisco. Perché invece l'altro tizio la mette giù così complicata?" Be', la risposta è che quelle idee semplici, che ti pare di capire benissimo, spesso hanno grossi difetti tecnici, mentre le idee corrette possono essere molto difficili da spiegare. Tutto quello che uno come me può fare è dire, "Fidati. Io so quello che dico, lui no. E inoltre, il tal-dei-tali è d'accordo con me". Il che non fa una buona impressione. Può essere una situazione dalla quale è impossibile uscire vincenti."
— Leonard Susskind

25 dicembre 2010

23 dicembre 2010

ResearchBlogging in italiano

ResearchBlogging è una piattaforma per blog scientifici, con una caratteristica che la rende piuttosto diversa da altri aggregatori simili: raccoglie soltanto post che commentano articoli di ricerca già sottoposta a revisione.

In altre parole, quando un blog scientifico registrato su ResearchBlogging discute una scoperta apparsa su una rivista scientifica (oppure, con un'interpretazione meno restrittiva, un articolo archiviato su arXiv mentre è sottoposto a revisione), il post viene evidenziato nella pagina principale del sito. Il tutto - la registrazione del proprio blog, e la gestione dei post - viene fatto attraverso una procedura piuttosto seria, con tanto di editor specializzati per discipline a supervisionare la faccenda.

L'uso di ResearchBlogging è molto diffuso tra i blog in lingua inglese tenuti da scienziati. Tanto per dirne una, il post che ha dato il via al coro di critiche nei confronti del batterio all'arsenico della NASA, era proprio un post "marchiato" ResearchBlogging. Nonostante le mie perplessità sull'uso dei blog come surrogato del "peer-reviewing", credo che un'iniziativa come questa sia abbastanza seria da essere un ottimo strumento di discussione e divulgazione della ricerca.

Per questo, è molto importante che, grazie all'iniziativa e al lavoro di Peppe Liberti, ResearchBlogging da domani apra anche ai blog in italiano. Ne sono talmente convinto che, oltre a iscrivere questo blog al network, ho anche accettato di dare una mano come editor (insieme a Moreno Colaiacovo).

Per i dettagli su come partecipare e registrare il vostro blog, vi rimando al post di Peppe, alle pagine di help e alle linee guida per i post.

18 dicembre 2010

Post sotto l'albero 2010

Eccolo qua. Puntuale come il solstizio d'inverno, anche quest'anno è arrivato il momento di fare una visita da Squonk, per scaricare il sempre più corposo pdf che raccoglie i Post Sotto l'Albero scritti da una nutrita schiera di blogger, tra cui il vostro. Buona lettura.

17 dicembre 2010

Buchi neri, dove siete?

Vi ricordate di quelli che dicevano che LHC avrebbe creato mini buchi neri in grado di ingoiare la Terra? Bene. L'esperimento CMS li ha cercati attentamente tra i prodotti delle collisioni tra protoni ad alta energia, e non ha trovato niente. Il che è un peccato. Nessuno infatti ha mai seriamente pensato che quei mini buchi neri potessero davvero rappresentare una minaccia per il pianeta. Al contrario, osservarli sarebbe stato non solo completamente innocuo, ma un successo spettacolare per la fisica teorica. Ora, invece, una delle previsioni della teoria delle stringhe e dei modelli che prevedono extra-dimensioni spaziali è stata falsificata.

14 dicembre 2010

Cerchi nel cielo


Mi sembra che sia passato abbastanza tempo per dire qualcosa sull'articolo di Gurzadyan e Penrose cui avevo accennato qualche post fa (e che aveva fatto attivare il mio allarme "Maneggiare con cautela"). Riassumendo, i due dicono di aver analizzato le mappe della radiazione cosmica di fondo fatte da WMAP e, prima ancora, da BOOMERANG, e di aver trovato evidenze di strutture circolari concentriche che, a loro dire, sarebbero una prova in favore di un modello ciclico di universo (ovvero un modello eterno in cui il nostro big bang è solo l'inizio di un nuovo ciclo) sviluppato da Penrose (che ci ha scritto un libro).

Le perplessità sull'articolo (che, va sottolineato, non è ancora stato accettato da una rivista scientifica, ma sta circolando in forma di preprint) sono di due tipi. Innanzitutto, quella metodologica, ovvero: ci sono davvero questi cerchi nelle mappe? La seconda è invece teorica: ha senso il modello ciclico sviluppato da Penrose?

Partiamo dall'ultimo punto. Personalmente non so molto del modello di Penrose, visto che non è mai stato pubblicato su una rivista scientifica (che io sappia). Non ho ragione di credere che abbia problemi seri, dal momento che l'autore ha una solida reputazione scientifica, ma è difficile dare un giudizio. In ogni caso, non sorprendetevi di sentire parlare di modelli in cui il big bang non è l'inizio di tutto. Come ho ripetuto diverse volte (e questa non sarà l'ultima), modelli di questo tipo non sono una novità, e anche il modello attualmente preferito dalla maggior parte dei cosmologi non ha necessariamente un inizio nel tempo.

Per quanto riguarda il primo punto, invece, la questione è puramente tecnica. La radiazione cosmica di fondo presenta piccole fluttuazioni casuali: la sua intensità varia leggermente da un punto all'altro del cielo. A queste fluttuazioni intrinseche si sovrappone il disturbo del rivelatore che usiamo per misurarle, che è casuale pure lui. Quindi, ogni volta che osserviamo una struttura dobbiamo chiederci almeno due cose: la prima è se la struttura non sia solo un artefatto causato dal rumore strumentale; la seconda, nel caso la struttura sia reale, è se essa non sia però semplicemente una combinazione dovuta al caso. È un punto molto delicato, che va affrontato usando gli strumenti statistici giusti, cosa che, a quanto pare, Gurzadyan e Penrose non hanno fatto. Almeno tre gruppi indipendenti (uno, due e tre) hanno ripetuto l'analisi e effettivamente hanno trovato i cerchi: ma la loro presenza è assolutamente compatibile con quello che uno si aspetta di trovare in un insieme di fluttuazioni casuali. (Gurzadyan e Penrose hanno subito replicato alle critiche, ma in modo non convincente.)

Provando a semplificare: se cercate una struttura particolare (per esempio un cerchio) in un insieme abbastanza grande di macchie casuali, è possibile che la troviate, ma non è detto che la cosa sia significativa. È noto, per esempio, che nelle mappe di WMAP si trovano le iniziali di Stephen Hawking, ma spero che da questo fatto nessuno voglia trarre conclusioni sconcertanti sulla natura del nostro universo, vero? È il problema di fare analisi statistiche a posteriori, avendo già deciso cosa vogliamo farci dire dai dati. Una trappola in cui tutti una volta o l'altra rischiano di cadere.

Anche grandi scienziati come Penrose.

13 dicembre 2010

Matinée

Oggi sono stato a Unomattina a parlare della faccenda dei batteri e dell'arsenico, e più in generale di vita nell'universo. Se a quell'ora stavate facendo colazione, potete riguardare l'intervento a questo link.

10 dicembre 2010

L'oroscopo speciale

Internazionale è un ottimo settimanale, probabilmente il più serio che abbiamo dalle nostre parti. Ha un sacco di meriti, il più ovvio dei quali è quello di provare a trascinarci fuori dalla palude provinciale di molta informazione italiana.

Ma ai miei occhi ha un neo. L'oroscopo di Rob Brezsny che, per ragioni che io non mai capito completamente, ha un seguito formidabile tra persone che ti aspetteresti colte, laiche e razionali. Voglio pensare che molti di loro abbiano vissuto finora nell'equivoco che Brezsny, in fondo, faccia una sorta di satira dell'astrologia, un oroscopo semiserio da leggere divertendosi, senza crederci davvero, e anzi ridendo di altri oroscopi più casarecci e meno à la page e dei loro lettori creduloni. Ora, al di là del fatto che la frase "non ci credo ma lo leggo lo stesso" è quella con la quale il novanta per cento delle persone giustifica la lettura di qualunque oroscopo, e che io non ho alcuna voglia di mettermi a fare crociate contro l'astrologia (ché i danni veri alla cultura scientifica li fanno le leggi finanziarie), mi sembra che questa motivazione venga del tutto a cadere dopo questo articolo dello stesso Brezsny, pubblicato sull'ultimo numero della rivista, in cui racconta la genesi del suo oroscopo. Di seguito, alcuni estratti significativi, senza ulteriori commenti:

"Un esperto serio, per esempio, sa benissimo che per poter valutare le energie cosmiche bisogna riflettere sui movimenti e i rapporti tra tutti i corpi celesti, non soltanto il Sole. Invece gli oroscopi dei giornali basavano le loro finte “predizioni” esclusivamente sulla posizione del Sole.
[...]
Con questa continua immersione nel regno dei sogni mi resi conto molto presto che esistevano altre realtà oltre alla piccola nicchia che ognuno di noi occupa normalmente. [...] Si chiamavano tempo del sogno, quarta dimensione, oltretomba, piano astrale, inconscio collettivo, aldilà, eternità, stato intermedio e Ade, solo per citarne alcuni.
[...]
Gli eventi che si verificano in quei regni “invisibili” sono la causa di quello che accade qui da noi. Gli sciamani visitano il mondo degli spiriti per curare i loro pazienti, perché la malattia ha origine là. Per i cabalisti, la Terra visibile non è altro che un minuscolo affioramento alla fine di una lunga catena di creazioni che partono da un punto inconcepibilmente lontano e al tempo stesso vicino e presente."

8 dicembre 2010

La forumizzazione della ricerca

È una questione che meriterebbe un'analisi approfondita, ma intanto butto giù qualche riga per chiarirmi le idee, e magari se ne riparla. Sta succedendo una cosa grossa (volendo esagerare qualcuno direbbe epocale) su cui ho sensazioni contrastanti. Da un lato c'è questa cosa molto bella che le discussioni scientifiche stanno uscendo dalle porte chiuse dei congressi internazionali, o delle coffee room degli istituti di ricerca, per finire sul web. Oggi tanti appassionati hanno la possibilità straordinaria di seguire in diretta il processo tortuoso che porta da un'idea allo stato embrionale a una conclusione scientifica consolidata - un processo appassionante, spesso fatto di dibattiti accesi che un tempo erano confinati alle corrispondenze private, di direzioni sbagliate e di passi falsi, di inimicizie e rivalità nate intorno a un'ipotesi e propagatesi alle persone coinvolte, ostilità talmente forti che io stento a trovarne di simili in altri aspetti dell'esistenza. C'è gente che non si è parlata più per tutta la vita per una questione di priorità su una scoperta, o perché avversava ferocemente l'ipotesi del collega.

Se non si era un membro della comunità, tutto questo una volta lo si imparava dopo qualche anno, dai libri di storia della scienza, se c'era qualcuno talmente bravo e addentro alle faccende da raccontarle per bene. Prima si lasciava posare la polvere, poi si ricostruiva il modo in cui erano andate le cose. Adesso quello che accade lo vedono tutti, in diretta. Esce un lavoro su Science (rivista che giornalisticamente è inevitabilmente accompagnata dall'aggettivo "prestigiosa"), e dopo appena un giorno c'è già il tiro al piccione sui blog scientifici mondiali. Attenzione, qui non parliamo di un preprint messo su arXiv senza alcun controllo, ma di uno studio che ha già passato il vaglio degli editor e dei revisori di una delle maggiori riviste mondiali. Possono essersi sbagliati? Certamente. Sbagliano tutti: sbagliano i ricercatori, sbagliano gli editor delle riviste, sbaglia anche il comitato del Nobel, certe volte. Non ci sono santuari inviolabili ed è bello che la gente piano piano lo capisca.

Qual è il problema, allora? Il problema che vedo io, l'altra faccia della medaglia, è che non sono del tutto certo che questo anelito di trasparenza sia adeguato alla natura della ricerca scientifica. La dico brutale brutale. La scienza non è democratica. E non è neanche basata sul dibattito e sul compromesso. La verità scientifica è provvisoria, criticabile e revisionabile per sua natura, ma non cade nel baricentro di punti di vista diversi. Sta di qua o di là, non è il risultato di mediazioni. Questa è un'epoca in cui tutti pensano che ogni opinione abbia lo stesso peso, ma se si applica questo modo di pensare alla ricerca si rischia di sbattere la faccia contro un muro. I pareri che contano sono quelli degli esperti veri, e anche quelli servono soltanto da guida, perché comunque alla fine contano le prove sperimentali, obiettive e riproducibili. Succede allora che la NASA si difenda dalle critiche dicendo che non può mettersi a rispondere a tutti i forum e tutti i blog che danno addosso allo studio, e che il posto giusto per discutere queste cose sono le riviste scientifiche e i laboratori. E io penso che, nonostante il modo furbastro e criticabile con cui hanno creato aspettativa intorno alla notizia (ma questo richiederebbe un discorso a parte) e nonostante il fatto che nel caso specifico i blog che hanno criticato lo studio più ferocemente siano tenuti da professori di microbiologia, alla NASA abbiano ragione da vendere. E che accusarli di anti-illuminismo sia una grossa scemenza. C'è un processo di validazione delle ipotesi, e chiunque fa parte del mondo accademico lo conosce e sa come usarlo. Se pensa di avere ragione lo dimostri in quel modo.

Perché guardate che il rischio della forumizzazione della ricerca scientifica è che si cada nel modello Voyager: dare voce a tutti i pareri mettendoli sullo stesso piano e lasciare la gente libera di farsi l'idea che vuole. Che è la cosa più disonesta che si possa fare.

2 dicembre 2010

Bestseller non letti

Con una decina di milioni di copie vendute in tutto il mondo, "Dal big bang ai buchi neri" di Stephen Hawking è sicuramente il libro divulgativo di maggior successo di tutti i tempi. Io l'ho letto troppo tempo fa (avevo appena finito il liceo, mi pare) per avere un ricordo obiettivo, ma mi è rimasta una sensazione di frustrazione, come se avessi percepito che il tentativo di semplificare troppo certi argomenti complessi li avesse resi ancora più incomprensibili. In ogni caso, mi sono sempre chiesto quanti di quei dieci milioni di volumi fossero stati letti davvero dalla prima all'ultima pagina (magari capendoci qualcosa) e quanti invece fossero finiti a prendere polvere in qualche scaffale. Be', ora a quanto pare qualcuno ha deciso di provare a vederci chiaro. Una studentessa del Master in comunicazione della scienza della Sissa sta facendo una tesi sulla cosa, e ha bisogno del nostro aiuto. Se avete letto quel libro o lo avete anche solo comprato o avuto tra le mani, rispondete a questo veloce questionario (anonimo, ovviamente). Io l'ho fatto.

1 dicembre 2010

Limit

Ho qui tra le mani un librone che si chiama Limit, di Frank Schätzing. Mi incuriosisce parecchio, visto che parla di miliardari che fanno la gara per andare nello spazio, di colonizzazione lunare, di elio-3 (qualcuno ricorderà che ne avevamo parlato in una puntata di Condor). Cose che ci piacciono, insomma. Comincio a leggerlo e poi magari vi dico anche com'è. (Con molta calma, eh: sono 1300 e passa pagine.)