22 febbraio 2010

Andromeda

Vista a occhio nudo, la galassia di Andromeda è poco più di una debole macchia luminosa a forma di uovo. Fino all'inizio del ventesimo secolo, gli astronomi non capivano se fosse solo una nube di materia interna alla nostra galassia o una enorme collezione di stelle, una galassia a sua volta. Quando Hubble riuscì per la prima volta a misurarne la distanza, stabilendo che era in effetti una galassia simile alla nostra Via Lattea ma talmente lontana da sembrare un batuffolo, tutto quello che si sapeva sull'universo fu rimesso in discussione, e nacque la cosmologia moderna.

A due milioni e mezzo di anni luce di distanza, Andromeda è l'oggetto più lontano che possiamo vedere a occhio nudo. Quando la fotografiamo con un buon telescopio, la sua struttura a spirale è evidente:


Le stelle si addensano nel nucleo centrale, quasi sferico, e nel disco piatto che lo circonda. Le striature più scure nel disco sono dovute alla polvere interstellare, che assorbe la luce delle stelle.

Ma quello che possiamo vedere direttamente ci dà solo un'idea parziale della complessa struttura di una galassia a spirale come Andromeda. Nei giorni scorsi sono state fatte circolare le prime immagini prese da WISE, un satellite che cattura la componente infrarossa dello spettro elettromagnetico, permettendo di vedere quello che gli occhi, e i telescopi tradizionali, non riescono a vedere. Selezionando diversi intervalli di frequenze infrarosse, si possono osservare separatamente le varie componenti di Andromeda. Per esempio, si possono isolare solo le stelle più vecchie e più calde:


oppure, solo la polvere interstellare, e le stelle più giovani che la riscaldano.


Per avere un quadro più completo, possiamo esplorare tutte le altre bande dello spettro elettromagnetico. Per esempio, possiamo vedere le violente emissioni di raggi x del nucleo centrale.

Putroppo, non possiamo osservare direttamente quella che pensiamo essere la componente dominante non solo di Andromeda, ma di tutte le galassie di quel tipo, compresa la nostra: un alone sferico decine di volte più grande della parte visibile della galassia, composto di materia oscura di natura sconosciuta, di cui deduciamo la presenza dagli effetti gravitazionali che la sua massa produce nella rotazione del disco.
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