Ma ai miei occhi ha un neo. L'oroscopo di Rob Brezsny che, per ragioni che io non mai capito completamente, ha un seguito formidabile tra persone che ti aspetteresti colte, laiche e razionali. Voglio pensare che molti di loro abbiano vissuto finora nell'equivoco che Brezsny, in fondo, faccia una sorta di satira dell'astrologia, un oroscopo semiserio da leggere divertendosi, senza crederci davvero, e anzi ridendo di altri oroscopi più casarecci e meno à la page e dei loro lettori creduloni. Ora, al di là del fatto che la frase "non ci credo ma lo leggo lo stesso" è quella con la quale il novanta per cento delle persone giustifica la lettura di qualunque oroscopo, e che io non ho alcuna voglia di mettermi a fare crociate contro l'astrologia (ché i danni veri alla cultura scientifica li fanno le leggi finanziarie), mi sembra che questa motivazione venga del tutto a cadere dopo questo articolo dello stesso Brezsny, pubblicato sull'ultimo numero della rivista, in cui racconta la genesi del suo oroscopo. Di seguito, alcuni estratti significativi, senza ulteriori commenti:
"Un esperto serio, per esempio, sa benissimo che per poter valutare le energie cosmiche bisogna riflettere sui movimenti e i rapporti tra tutti i corpi celesti, non soltanto il Sole. Invece gli oroscopi dei giornali basavano le loro finte “predizioni” esclusivamente sulla posizione del Sole.
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Con questa continua immersione nel regno dei sogni mi resi conto molto presto che esistevano altre realtà oltre alla piccola nicchia che ognuno di noi occupa normalmente. [...] Si chiamavano tempo del sogno, quarta dimensione, oltretomba, piano astrale, inconscio collettivo, aldilà, eternità, stato intermedio e Ade, solo per citarne alcuni.
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Gli eventi che si verificano in quei regni “invisibili” sono la causa di quello che accade qui da noi. Gli sciamani visitano il mondo degli spiriti per curare i loro pazienti, perché la malattia ha origine là. Per i cabalisti, la Terra visibile non è altro che un minuscolo affioramento alla fine di una lunga catena di creazioni che partono da un punto inconcepibilmente lontano e al tempo stesso vicino e presente."