14 giugno 2012
La scienza, l'uomo, il futuro
Ho letto, su Repubblica, un botta e risposta tra Umberto Veronesi e Vito Mancuso. Veronesi dipinge un futuro trasformato dalla scienza e da una serie di invenzioni mirabolanti nel campo delle nanoscienze, non si sa quanto davvero a portata di mano: onestamente sembra un po' di leggere certe previsioni degli anni Settanta che dicevano che nel Duemila avremmo avuto la macchina volante, i robot domestici, e le vacanze sulla Luna. Si sa poi come è andata. Ma insomma, il messaggio di fondo è ottimista: la scienza è al servizio dell’uomo, i ricercatori lavorano per migliorare le condizioni di vita dell’umanità. (Continua a leggere sul Post >>)
12 giugno 2012
Dall'eternità a qui
La prossima settimana, a partire da mercoledì 19 e poi per una decina di giorni, a Torino c'è Dall'eternità a qui, un festival curato da Gianluigi Ricuperati che, partendo dall'arte, prova a far dialogare tra loro discipline scientifiche e umanistiche. Il programma è molto ricco e, se il tema vi interessa, sicuramente ci troverete qualcosa che vi invogli a fare un salto da quelle parti. Se poi volete sentire me che dialogo con l'artista tedesco Cristoph Keller, ci vediamo al Castello di Rivoli il 20 giugno, a partire dalle 18.30.
10 giugno 2012
Da mangiare agli affamati
A TEDxReggioEmilia dell'anno scorso, Antonio Pascale fece una conferenza bellissima che vi consiglio caldamente di vedere, se non l'avete fatto a suo tempo (e anche se l'avete fatto potete sempre vederla di nuovo). Se poi decidete che vi è piaciuta, allora il libro che ne è stato appena tratto, Pane e pace, è una lettura obbligatoria. Pascale è uno dei pochi intellettuali in Italia che non nutre diffidenze nei confronti della scienza, e che anzi da un bel po' di tempo prova ad analizzare criticamente certi luoghi comuni molto diffusi (per esempio quello secondo cui tutto ciò che è naturale è anche buono) e a spiegare perché farebbe bene adottare un'attitudine scientifica nei confronti dei problemi complessi che una società si trova a dover affrontare, ad esempio quello di nutrire, e bene, un numero sempre crescente di persone (su questi temi, consigliatissimo anche Scienza e sentimento, di qualche anno fa). Così, magari, si avrà qualche elemento in più per prendere posizione in casi come questo.
9 giugno 2012
Educazione civica
Ricordo che, quando ero piccolo, a scuola c’era l’ora di educazione civica. Credo dovesse servire a farci diventare buoni cittadini. Non ricordo molto di cosa si parlasse, durante quell’ora. C’erano di mezzo leggi, articoli, forse la costituzione. Ricordo però che l’insegnante non sembrava molto convinta, e infatti di ore di educazione civica forse ne avremo fatte due o tre in tutto l’anno, poi chissà come è finita. Adesso, quando sento in qualche dibattito che noi italiani non siamo buoni cittadini, e che la ragione sarebbe che non ci insegnano l’educazione civica, io penso: boh. (Continua a leggere sul Post >>)
8 giugno 2012
Intervistato
6 giugno 2012
Il pianeta e la stella
Abbiamo detto che il transito di Venere è servito, nel passato, a prendere le misure del sistema solare. Ma ancora oggi le immagini del transito di Venere possono essere una buona occasione per dare un'idea concreta delle distanze e delle dimensioni degli oggetti celesti. Il disco del pianeta appare molto piccolo rispetto a quello del Sole e il pianeta sembra quasi toccare la superficie della stella, vero?
Be', ecco un po' di numeri per mettere le cose nella giusta prospettiva. Venere dista dal Sole poco più di 100 milioni di chilometri: Venere è quindi piuttosto lontano dal Sole, circa due terzi della distanza tra la Terra e il Sole (che è di quasi 150 milioni di chilometri). Se il pianeta fosse attaccato alla superficie della stella ci sembrerebbe ancora più piccolo, circa tre volte più piccolo. Il che vi dà anche una buona idea della grandezza della Terra rispetto al Sole, visto che il nostro pianeta ha più o meno lo stesso diametro di Venere.
(Altre immagini del transito potete trovarle in questa galleria.)
4 giugno 2012
Il transito di Venere
NASA/APOD |
Nei prossimi due giorni (5 e 6 giugno) da molti punti della Terra sarà possibile assistere al transito di Venere davanti al disco del Sole. È un fenomeno che avviene con una periodicità un po' strana: due transiti separati da otto anni, poi un'attesa di 120 anni per vedere i prossimi due, e così via. L'ultimo transito c'era stato nel 2004, come qualcuno ricorderà, e per la prossima coppia bisognerà attendere il 2117 e il 2125.
A parte la rarità, cosa rende il transito di Venere interessante? Be', oggi viene osservato soprattutto per raffinare le tecniche usate per individuare pianeti intorno a stelle diverse dal Sole, basate proprio sull'allineamento tra stella e pianeta. Ma c'è stato un tempo in cui osservare accuratamente il transito di Venere era considerato uno degli obiettivi prioritari della ricerca in astronomia. Un'impresa complessa e avventurosa, uno dei primi esempi di collaborazione scientifica su scala mondiale. Il motivo è semplice: osservare il transito di Venere era la chiave per misurare con precisione la distanza della Terra dal Sole e, a cascata, quella di tutti gli altri pianeti.
Facciamo qualche passo indietro. Nel 1619, Keplero pubblicò la terza legge del moto planetario, che lega il periodo orbitale dei pianeti alla loro distanza dal Sole. Per l'esattezza:
"Il quadrato del periodo di rivoluzione di un pianeta è proporzionale al cubo del semiasse maggiore della sua orbita."Misurare le distanze, in astronomia, è complicato: misurare i tempi lo è molto meno. La terza legge di Keplero permetterebbe di determinare la distanza di un pianeta dal Sole a partire dal tempo che impiega a fare un giro completo intorno alla stella: una gran cosa. Ma c'è un problemino. Prendiamo il caso della Terra: sapendo che impiega un anno a fare un giro completo intorno al Sole, proviamo ad applicare la terza legge di Keplero per calcolare la sua distanza dal Sole. Facciamo il quadrato di un anno, e... un momento! Nella ricetta manca qualcosa! Che significa "è proporzionale"? Per quale numero dobbiamo moltiplicare il quadrato del periodo per ottenere il cubo della distanza? La terza legge di Keplero non ce lo dice. Un dettaglio non da poco: ai tempi di Keplero, erano note solo le distanze relative tra i pianeti e il Sole, non quelle assolute. Cioè: se stabiliamo che la distanza tra la Terra e il Sole vale 1, allora le distanze degli altri pianeti dal Sole sono 0,4 (Mercurio), 0,7 (Venere), 1,6 (Marte), 5,2 (Giove), 10 (Saturno) - e fermiamoci qui, ai pianeti noti al tempo di Keplero.
Resta allora il problema di capire la distanza vera tra la Terra e il Sole. E qui entra in ballo il transito di Venere. Immaginiamo di osservarlo da due punti diversi della Terra. A causa della differenza di latitudine, i due osservatori vedranno scorrere Venere sul disco del Sole ad "altezze" diverse. Lo schema è questo:
Applicando il metodo della parallasse, si potrà allora usare la separazione fra i percorsi osservati per misurare la distanza tra la Terra e Venere (qui trovate qualche dettaglio in più). A quel punto, grazie alla terza legge di Keplero, avremo anche le distanze di tutti gli altri pianeti. (Non sapete cos'è il metodo della parallasse? Qui c'è un video che lo spiega. Se non l'avete già visto è perché non mi seguite su Twitter, e allora rimediate!)
Nel 1678, Edmund Halley suggerì di applicare questo metodo nel primo transito di Venere a disposizione. Ci fu nel 1761: Halley nel frattempo era morto (poverino, anche la previsione del ritorno della celebre cometa fu verificata dopo che se n'era andato), ma gli astronomi si erano preparati, organizzando spedizioni in giro per il mondo. Addirittura, per il transito del 1769, uno degli osservatori fu installato nell'isola di Tahiti da poco scoperta, durante il primo viaggio del capitano Cook. (Qui c'è un breve resoconto della faccenda. Un altro lo potete trovare nel libro The Age of Wonder.) E insomma, alla fine l'osservazione del transito di Venere permise di determinare la distanza del Sole dalla Terra (l'Unità Astronomica, che oggi sappiamo essere 149,597,900 km): ovvero, il primo gradino per misurare tutto l'universo.
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