16 marzo 2012

OPERA, ultimo atto

Nei mesi scorsi, scrivendo dei sorprendenti risultati di OPERA (per chi fosse appena tornato da Marte: sembrava che i neutrini potessero superare la velocità della luce) ho sempre sostenuto che l'unico modo per confermarli o smentirli era provare a fare misure indipendenti dello stesso tipo.

Be', alla fine dell'anno scorso, per vederci chiaro, la collaborazione ICARUS (di cui fa parte anche Carlo Rubbia) ha misurato per conto suo il tempo di volo dei neutrini tra il CERN e il Gran Sasso, proprio come OPERA. I risultati sono stati appena annunciati, e questa è la figura che riassume tutto:


Al contrario di OPERA, ICARUS non trova nessuna discrepanza nel tempo di volo: i neutrini viaggiano alla velocità della luce (a essere pignoli, i neutrini viaggiano leggermenti più lenti, perché hanno massa: ma la massa è talmente piccola che con questi errori di misura la differenza di velocità non è apprezzabile).

Direte: ma gli errori di misura dei due esperimenti sono paragonabili, quindi bisognerebbe dare lo stesso peso a entrambi i risultati, e considerare la questione ancora aperta. Mi spiace, gente: no. Per convincersi che si possa superare la velocità ci vogliono evidenze schiaccianti: e se insieme ai risultati di ICARUS mettiamo sul piatto anche i dubbi emersi recentemente sulle fonti di errore di OPERA, mi sa che ormai non c'è più un fisico al mondo disposto a scommettere un centesimo che i risultati di OPERA siano corretti.

Il CERN ha già aggiornato la pagina dei comunicati stampa di OPERA. Questo invece è l'articolo di ICARUS con tutti i dettagli.

Sipario.
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