18 agosto 2008

Scommettiamo?

L'altro giorno, mentre camminavo in un corridoio del Caltech, ho notato una lunga fila di fogli di carta incorniciati appesi al muro. Avvicinandomi, mi sono accorto che erano scommesse su questioni scientifiche, fatte, nel corso di oltre trent'anni, da Kip Thorne con colleghi e studenti. Chi ha letto "Dal Big Bang ai buchi neri", di Stephen Hawking, probabilmente ricorderà un paio di queste scommesse (una sull'esistenza di un buco nero in Cignus X-1, l'altra sulla possibilità teorica di avere "singolarità" prive di orizzonte). Be', gli originali, firmati da Hawking e Thorne, erano lì, appesi su quel muro. (Per la cronaca, Thorne ha vinto quasi tutte le scommesse, con la notevole eccezione di quelle riguardanti la rivelazione di onde gravitazionali — che ancora non c'è stata, a dispetto delle sue ottimistiche previsioni.)

Personalmente, non sono affatto un amante dell'azzardo e delle scommesse (anni fa, di passaggio a Las Vegas, il mio primo e ultimo contributo all'industria del gioco fu una moneta da un quarto di dollaro infilata in una slot machine — per vedere l'effetto che faceva — mentre ero in fila per pagare il pranzo). Eppure, c'è qualcosa nel fare scienza che assomiglia allo scommettere. Uno dei crismi di una teoria scientifica ben formulata — la sua capacità di fare previsioni falsificabili — implica una specie di scommessa con la natura, e il tentativo di scoprirne le carte per vedere chi ha ragione.

Ne "Le cosmicomiche" di Italo Calvino, c'è un racconto, "Quanto scommettiamo?", in cui il solito Qfwfq e il Decano, subito dopo l'origine dell'universo, iniziano a sfidarsi puntando su quale sarà il passo successivo nella sua evoluzione. Inizialmente Qfwfq vince a mani basse, applicando le leggi della fisica, ma le cose si fanno più complicate man mano che il tempo passa. L'universo diventa sempre più complesso, le variabili si moltiplicano, i sistemi si fanno caotici e le previsioni diventano più difficili. In un certo senso, nel racconto di Calvino, c'è tutta la profonda differenza fra scienze "dure", che studiano sistemi altamente deterministici e possono fare previsioni accurate, e scienze in cui la casualità e l'imprevedibilità giocano un ruolo pesantissimo, e si va avanti a colpi di statistica.

E insomma, questa cosa delle scommesse scientifiche mi ha incuriosito, e ho scoperto che, oltre a Thorne, di scienziati che nel corso dei secoli hanno giocato come Qfwfq e il Decano ce ne sono parecchi, e a quanto pare il primo è stato — guarda un po' — Keplero. E la cosa è talmente diffusa che c'è questo sito, con regole molto precise, dove chi pensa di avere una previsione da fare può renderla pubblica e metterla alla prova. Se qualcuno non è d'accordo con la previsione può sfidarla, trasformandola in una scommessa. Guardare la lista delle previsioni e delle scommesse è divertente: molte sono abbastanza assurde, altre più concrete. E nella lista degli scommettitori si trovano parecchi nomi eccellenti.
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