25 gennaio 2009

Lost, Star Trek e i viaggi nel tempo

Io non voglio guastare a nessuno la sorpresa, quindi chi vuole dovrà andarsi a leggere le interviste originali: comunque è interessante notare come Lost e il nuovo Star Trek, nonostante siano in parte prodotti dalla stessa squadra di autori, abbiano due approcci diversi all'uso dei viaggi nel tempo come espediente narrativo e alla soluzione dei possibili paradossi che ne derivano. In soldoni: in Star Trek, lo schema è quello degli universi paralleli alla Everett: se si cambia qualcosa nel passato si crea una diversa linea temporale, coesistente con la precedente. In Lost, invece, il tempo è un blocco unico: qualunque cosa si faccia, non si può cambiare il corso degli eventi. Una soluzione dei paradossi simile a quella proposta da Igor Novikov.

Il che dimostra ancora una volta come mai il viaggio nel tempo sia così amato dagli autori di fantascienza: è una macchina per fabbricare storie che ha una flessibilità quasi illimitata. Nel caso di Star Trek, lo si usa per concedersi la libertà di riscrivere da capo e modificare una storia già accaduta e conosciuta nei minimi dettagli dai fan. Nel caso di Lost, per creare una tensione narrativa che ruota intorno al dualismo tra destino e libero arbitrio, alla possibilità di una redenzione personale e di un nuovo inizio.
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