22 settembre 2014
BICEP2 probabilmente non ha osservato le onde gravitazionali primordiali
Qualche giorno fa sono stato ospite di Radio3Scienza, in una puntata che verteva sulle difficoltà di comunicare la scienza senza cadere nel sensazionalismo (l'audio è qui sopra, oppure a questo link). Siamo partiti da un paio di casi recenti, l'ultimo dei quali è quello che riguarda Stephen Hawking e le sue dichiarazioni sul bosone di Higgs, che molti mezzi d'informazione hanno riportato come un annuncio del rischio di una possibile catastrofe cosmica provocata dall'esperimento LHC. Le cose naturalmente non stanno così e ho provato a spiegarlo in trasmissione, ma la sintesi per chi va di fretta è: Hawking ha semplicemente (e correttamente) commentato che, in base a quello che sappiamo sul campo di Higgs e sul modello standard, c'è la possibilità che l'universo non si trovi attualmente in uno stato stabile (ovvero quello di minima energia). C'è una probabilità non nulla che esso passi repentinamente a uno stato più stabile tra qualche migliaio di miliardi di anni: vedete voi se sia il caso di non dormirci la notte. La cosa, comunque, non ha niente a che vedere con le attività del CERN, ma solo con il modo in cui è fatto, ed è sempre stato fatto, l'universo.
Venendo a cose un po' più concrete, l'altro caso che abbiamo discusso brevemente è stato quello di BICEP2, di cui negli ultimi mesi abbiamo parlato più volte da queste parti. Se avete seguito la faccenda, sapete che dopo l'annuncio iniziale sono sorti seri dubbi sul fatto che il segnale osservato dall'esperimento fosse dovuto completamente alle onde gravitazionali prodotte dall'inflazione, e non potesse invece essere una contaminazione causata dalla polvere presente nella nostra galassia. Durante la puntata ho detto che nei prossimi mesi ne avremmo saputo di più, e che a questo punto mi aspettavo che la significatività dell'annuncio iniziale si sarebbe ridotta parecchio. Be', pare che l'attesa sia stata più breve del previsto, e che le cose in effetti non siano rosee per BICEP2. Oggi infatti è apparsa su arXiv l'analisi da parte di Planck della polarizzazione prodotta dalla polvere galattica su quasi tutto il cielo, inclusa la regione osservata da BICEP2. Il risultato è che la contaminazione della polvere può spiegare completamente il risultato di BICEP2. Ci sono naturalmente varie sottigliezze tecniche e a quanto pare è in corso un'analisi congiunta di Planck e BICEP2 che dovrebbe ridurre ulteriormente le incertezze, ma la conclusione a questo punto sembra piuttosto chiara: BICEP2 ha osservato un segnale, ma molto probabilmente non proviene dai primi istanti di vita dell'universo.