3 giugno 2010

Whitman, le meteore, e un astronomo



Donald Olson è un astronomo della Texas State University che si diverte a trovare riferimenti astronomici nei quadri e nella letteratura. Qualche anno fa aveva ipotizzato che ci fossero tracce della supernova del 1572 (quella di Tycho Brahe) nell'Amleto. Un po' di tempo dopo, aveva stabilito la data di creazione del dipinto "La Luna che sorge" di Van Gogh, attraverso la ricostruzione la posizione del satellite.

Adesso, Olson dice di aver individuato a quale sciame di meteore si riferiva Walt Whitman in questo poema. Sarebbe lo stesso raffigurato nel quadro di sopra, "The meteor of 1860" di Frederic Church: una meteora entrò nell'atmosfera terrestra e si frammentò creando una spettacolare serie di esplosioni nel cielo degli Stati Uniti orientali.

Non so come Whitman avrebbe preso tutto questo. Nonostante i frequenti riferimenti alle stelle, al cielo e all'universo, non sembrava andare molto d'accordo con le analisi scientifiche. Una delle poesie nelle "Foglie d'erba" contiene alcuni dei versi più acidi che io abbia mai letto sugli astronomi.
Quando udii il dotto astronomo,
Quando le prove e le cifre mi vennero incolonnate dinanzi,
Quando mi mostrarono le carte e i diagrammi, da addizionare, dividere, calcolare,
Quando, seduto nell'anfiteatro, udii l'astronomo parlare, e venire a lungo applaudito,
Come improvvisamente, inesplicabilmente mi sentii stanco, disgustato,
Finché, alzatomi, fuori scivolando me ne uscii tutto solo,
Nella mistica umida aria notturna e, di tratto in tratto,
Alzavo gli occhi a contemplare in silenzio le stelle.

[Foglie d'erba, Einaudi Tascabili 1993, p. 349, traduzione di Enzo Giachino]
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