5 aprile 2008

Infinite possibilità

"L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere."
— J.L. Borges, La biblioteca di Babele

Periodicamente me lo vado a rileggere, per essere sicuro che faccia sempre lo stesso effetto, e ogni volta ne ho la conferma: per me, La biblioteca di Babele è uno dei più bei racconti che siano mai stati scritti. In poche pagine ci viene descritto un intero universo: o meglio, ci vengono date le regole per generarlo. Il racconto di Borges è una cosmologia immaginaria ma perfettamente coerente. Il senso di vertigine che ci prende durante la lettura è simile a quello che ci prende pensando alle cifre del pi greco: quello dell'infinito che scaturisce dal finito. La totalità del cosmo immaginato da Borges scaturisce dalle potenzialità racchiuse in poche leggi combinatorie: una specie di realizzazione pratica del "teorema della scimmia dattilografa" (ovvero: dato abbastanza tempo, una scimmia che picchi a caso i tasti di una macchina da scrivere può produrre tutti i libri del British Museum).

La Biblioteca è fatta di stanze esagonali, ognuna contenente 640 libri organizzati in scaffali: ogni libro ha 410 pagine di 40 righe, ogni riga ha 40 caratteri. Questo significa che ogni libro contiene 410 x 40 x 80 = 1312000 caratteri. I segni tipografici utilizzati sono 25, il che dà un totale di 25 elevato alla 1312000 libri possibili. Un numero finito, eppure inimmaginabilmente più grande del numero di tutti gli atomi contenuti nell'universo visibile (che si può stimare essere circa 10 elevato alla 80). La Biblioteca contiene non solo tutti i libri già scritti, ma anche tutti i libri che potrebbero essere scritti. Il che significa: tutte le storie possibili, comprese le descrizioni dei più minuti episodi delle nostre vite. Cercando un po' in giro, ho scoperto che c'è chi ha creato un simulatore dei libri contenuti nella Biblioteca. (Ovviamente, non riuscirà mai a produrre niente di neanche lontanamente vicino a un libro sensato, e la frazione di libri effettivamente prodotti sarà sempre completamente irrilevante rispetto al totale.)
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