Non spenderò molte parole sulle indubbie capacità letterarie di Giovanni De Matteo, che non vengono certo scoperte adesso. Per tenere fede alla vocazione di questo blog, mi interessa soprattutto sottolineare la cura del dettaglio che l'autore ha messo nella descrizione degli aspetti scientifici e tecnologici, secondo me cruciali in una buona storia di fantascienza ma troppo spesso trascurati a vantaggio di una lettura esclusivamente sociologica. Mi è capitato raramente in un'opera di questo tipo di sentire parlare con la stessa cognizione di causa di meccanica quantistica, di paradigma olografico, di nanotecnologia, di neuroscienze. La cosa è essenziale nell'economia della storia, in quanto Sezione Pi Quadro si colloca a suo modo nel filone della letteratura post-singolare, quella in cui si dipinge un futuro prossimo improvvisamente trasformato da un'esplosione tecnologica a catena, una discontinuità dopo la quale nulla è più come prima - una singolarità, appunto. Qualcuno potrebbe trovare queste parti del racconto - in alcuni casi dei veri e propri minisaggi disseminati lungo la trama - troppo pesanti. Io le ho trovate interessantissime. La Napoli futura di De Matteo prende vita anche in questo modo - per esempio quando seguiamo il protagonista salire su un veicolo a idrogeno e ascoltare un notiziario radiofonico che parla di colonizzazione spaziale.
Insomma, non la faccio troppo lunga: a me il libro è piaciuto. Adesso non resta che aspettare De Matteo alla prossima prova.