7 maggio 2013

Ho visto Battlestar Galactica

Lo so, arrivo con quattro anni di ritardo, ma le cose vanno così. A quelli ancora più in ritardo di me, dico che Battlestar Galactica è una serie tv andata in onda tra il 2003 e il 2009, e ispirata a una precedente serie della fine degli anni '70 (quella non l'ho vista).

La premessa è questa (niente spoiler, tranquilli): l'umanità ha creato dei robot, chiamati Cylon, che a un certo punto si sono ribellati - il motivo preciso non si sa, ma scommetterei che ci fosse di mezzo qualche acredine legata agli orari di lavoro. C'è stata una guerra, poi per una quarantina d'anni i Cylon sono spariti. All'improvviso i Cylon tornano e annientano quasi completamente l'umanità, rendendo inabitabili i dodici pianeti che aveva colonizzato. E questo è quello che succede a risparmiare sul chip delle tre leggi della robotica. Comunque, poche decine di migliaia di sopravvissuti riescono a fuggire allo sterminio a bordo di alcune navi spaziali, tra cui, guardacaso, la Galactica, e si mettono alla ricerca del leggendario luogo di provenienza dell'umanità, un pianeta chiamato Terra.

Ah: nei quarant'anni in cui non si sono fatti vivi, i Cylon hanno fatto i compiti. All'inizio di tutta la faccenda erano macchine che sembravano macchine - pupazzoni di metallo, insomma. Quando ritornano, alcuni di loro sono macchine che non sembrano più macchine. Sembrano esseri umani. Anzi: sono praticamente indistinguibili da un essere umano, a meno di complicati test che però non si capisce neanche bene se funzionino davvero. Insomma sono macchine biologiche, fatte di carne, sangue, ossa, cellule, DNA, ecc.

L'evoluzione dei Cylon


Ora, ci sono molte ragioni per cui, secondo me, vale la pena spendere una ottantina di ore della propria vita a guardarsi Battlestar Galactica. Intanto perché è una serie pensata e scritta come si deve. C'è dramma umano e politico (qualcuno ha detto, mi pare, che Battlestar Galactica è The West Wing con le astronavi), e un plot che procede bilanciando accuratamente misteri e rivelazioni (pur con qualche momento di lentezza, in particolare tra la terza e la quarta stagione). Ecco: è una serie che non prende in giro lo spettatore. C'è un arco narrativo con un inizio e una fine, con esiti che potranno piacere o non piacere ma che rientrano in un quadro coerente.

E poi, c'è la quantità e la qualità dei temi scientifici e filosofici, una densità di spunti di riflessione tale che uno potrebbe scriverci un saggio intero. Tanta roba, esemplificata da un momento che ricorre più volte: quello in cui uno dei protagonisti si rivolge a un Cylon dicendogli: "Noi siamo umani, voi invece siete solo macchine". In definitiva, il conflitto che rende interessante Battlestar Galactica è tutto qui: ma non è tanto, come potrebbe sembrare superficialmente, nel dualismo tra uomo e macchina, tra naturale e artificiale, ma tra chi pensa che la distinzione sia priva di senso (perché cosa siamo, noi, se non macchine plasmate da una lunga evoluzione?) e chi no.

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(A proposito: per la puntata di Metropoli su Torino avevo avuto un faccia a faccia con un possibile antenato di un Cylon. Se ve l'eravate perso, si rivede qui, dal minuto 32, circa.)
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