26 ottobre 2012
La Apple e le leggi della fisica
Era chiaro che prima o poi ci saremmo arrivati. Se Steve Jobs - come un supereroe Marvel - sapeva generare un "campo di distorsione della realtà", figuriamoci se la Apple poteva fermarsi davanti alle leggi della fisica che, secondo il nuovo spot dell'iPhone 5, "forse sono solo... suggerimenti." Frase che è un po' il cavallo di battaglia di tutti gli appassionati di scienza farlocca (a.k.a. pseudoscienza) e che, se non ricordo male, è una citazione quasi letterale del buon Walter Bishop, lo scienziato pazzo di Fringe.
Ma in effetti, a parte la lavagna piena di formule (vediamo quante ne riconoscete), la fisica con lo spot Apple c'entra poco e niente: una cosa che diventi allo stesso tempo più grande e più piccola, o in cui ci sia di più e di meno, non viola tanto le leggi della fisica quanto quelle della logica. Nemmeno quelle, in realtà, perché qualcosa può essere grande e piccola allo stesso tempo (dipende da ciò con cui la si confronta). Si tratta quindi solo di blandi giochi verbali. La vera violazione logica sarebbe, per esempio, se la Apple avesse inventato un telefono a forma di cerchio quadrato.
C'è un rapporto tra logica e leggi fisiche? Be', ovviamente le leggi fisiche sono espresse in forma matematica e devono essere internamente consistenti. Ma violare una legge della fisica implicherebbe sempre, in ultima analisi, anche una contraddizione logica? Non è detto: in linea di principio potremmo immaginare un mondo con leggi fisiche diverse dalle nostre, ma non contraddittorie tra loro. Resta il fatto che le leggi fisiche del nostro universo, per qualche ragione che ancora non conosciamo, potrebbero essere le uniche logicamente possibili. Per ora caviamocela dicendo che non sappiamo se le cose stiano così. In ogni caso, per violare davvero le leggi della fisica l'iPhone 5 dovrebbe, per esempio, funzionare senza batteria, contravvenendo così alla legge di conservazione dell'energia. Oppure trasmettere onde elettromagnetiche a velocità maggiore della luce. La vedo difficile.
Più interessante, visto il contesto dello spot, è capire che relazione c'è tra leggi della fisica e progressi tecnologici. Le leggi della fisica sono le stesse da quando è nato l'universo, ma noi esseri umani diventiamo sempre più bravi a spingere la tecnica verso i limiti imposti dal modo in cui è fatto il mondo. Da questo punto di vista, la natura ci lascia ancora grossi margini di miglioramento, senza bisogno di forzare la mano alle leggi che la governano. Visto che parliamo di una azienda di computer, prendiamo la capacità di calcolo, che fino a oggi ha seguito l'andamento ipotizzato da Gordon Moore, secondo cui le prestazioni di un chip raddoppiano ogni due anni. Non sappiamo fino a quando durerà la cuccagna, ma sappiamo però che c'è un limite ultimo, quello atomico. Il computer più potente immaginabile è un computer che utilizzi come bit lo stato quantistico di singole particelle elementari. Seth Lloyd (uno dei padri della computazione quantistica) ha stimato che una quantità di materia equivalente alla massa e al volume di un tipico computer portatile (un chilogrammo in un volume di un litro) potrebbe immagazzinare 10 alla 31 bit di informazione e compiere, al massimo, 10 alla 51 operazioni al secondo. Dando per buono l'andamento di Moore, partendo dalle 10 alla 12 operazioni al secondo di un computer attuale raggiungeremmo il limite teorico nel 2205. Ne abbiamo ancora per un bel po'.
Poi, naturalmente, c'è il fatto che più capiamo come funziona il mondo, più scopriamo altri modi per progredire tecnologicamente - senza violare nessuna legge, ma magari trovandone di nuove. Scoprire l'effetto fotoelettrico ha portato ai pannelli solari, e capire il funzionamento del nucleo atomico ci ha mostrato che lì dentro era intrappolata una quantità di energia prima inimmaginabile. È per questo che bisogna investire in ricerca di base.
Insomma, anche uno spot di trenta secondi potrebbe servire per dare un'immagine più accurata del modo di procedere della scienza. Non serve la magia, possiamo fare meraviglie (e la Apple ne ha fatte parecchie) rispettando le leggi che abbiamo. Va detto che la versione originale dello spot non parlava di "suggerimenti" ma di "general guidelines", cosa che rende meglio l'idea di leggi da rispettare ma all'interno delle quali, se si è "smart", è possibile muoversi con una certa libertà (ma forse gli esperti di localizzazione avevano in mente quella battuta secondo cui per noi italiani un semaforo rosso è solo un suggerimento).
D'altra parte c'è una cosa in cui lo spot italiano è nettamente superiore a quello originale: da noi si vede il Post (oh, yeah).