28 agosto 2012

Life goes on

L'altro giorno mi telefona un mio amico. "Stai bene?" dice. "Sì, certo, perché?", dico io. "Be', sai, muore Neil Armstrong e tu non scrivi niente, mi sono preoccupato." Vabbe', in effetti è un periodo che sono un po' sovraccarico, ma a me quelli che fanno un post per dire che non possono fare un post hanno sempre fatto sorridere, quindi evito. Mi sono preso una pausa, via, che fa sempre bene, soprattutto a chi mi legge. In effetti non è neanche successo molto che meritasse di essere raccontato - be', ok, hanno mandato un altro robot su Marte che sta già facendo delle foto incredibili - ma insomma, adesso ci rimettiamo in pari.

E poi, già: se ne è andato Neil Armstrong. Che vi devo dire: ci siamo tutti abituati un po' troppo facilmente all'idea di essere nati, casualmente, nello stesso periodo storico in cui l'uomo ha lasciato per la prima volta il suo pianeta e per la prima volta ha camminato su un altro corpo celeste. Se uno ci pensa bene, invece, è una cosa pazzesca. Cioè, siamo stati contemporanei di una persona che verrà presumibilmente ricordata finché ci sarà l'umanità, e adesso quella persona non c'è più.

Da qualche parte ho un numero speciale di Life dell'agosto 1969 (ok, in realtà è solo una riproduzione ufficiale ripubblicata nel 1999). In copertina c'è la famosa foto di Buzz Aldrin; riflesso nella sua visiera si vede Neil Armstrong, che non era solo quello che era sceso per primo dalla scaletta, ma anche quello a cui avevano dato in consegna una Hasselblad modificata, dicendogli di fare qualche foto. Che poi è la ragione per cui lui, in quelle foto, non si vede quasi mai, come i padri di famiglia negli album delle vacanze al mare. (Per inciso: chissà se è meglio passare alla storia per essere stato il primo, o essere immortalato per i posteri mentre zompetti tra i crateri.)

Comunque, per me tenere tra le mani quel numero di Life è sempre stato l'antidoto migliore all'abitudine che dicevo prima. Quando lo sfoglio mi sembra di guardare la storia da un punto di vista che è allo stesso tempo ordinario e straordinario, se capite cosa voglio dire (come in quel fumetto in cui i supereroi vengono raccontati dal basso, dalla strada). Mi era venuta voglia di sfogliarlo, adesso, ma non ce l'ho qui: però per fortuna lo hanno messo online.

Neil Armstrong makes pizza at home in Texas, spring 1969.
© Ralph Morse—Time & Life Pictures/Getty Images. 

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