Image credit: NASA/JPL-Caltech |
Che nella nostra galassia ci siano un sacco di oggetti poco visibili è cosa abbastanza ovvia. Pianeti giganti, stelle mancate: roba piuttosto massiccia, ma difficile da osservare. Ma gli astronomi - sempre pieni di risorse - hanno pensato a sistemi raffinati per stanarli.
Per esempio, usare l'effetto di lente gravitazionale: lo ha scoperto Einstein, tanto per cambiare, e si basa sul fatto che la traiettoria della luce curva passando in prossimità di una massa. Quindi, se uno di questi corpi celesti poco visibili passa davanti a una stella, la luce della stella viene amplificata per un piccolo intervallo di tempo. Tenendo sott'occhio tante stelle per un po', uno può provare a farsi un'idea di quanti oggetti oscuri ci siano in giro.
Usando questa tecnica salta fuori, secondo uno studio pubblicato ieri su Nature, che ci sono un sacco di pianeti di questo tipo - grandi come o più di Giove - in giro per la Via Lattea. E dico in giro in senso più o meno letterale: pianeti che non sono legati a una stella, ma navigano sperduti: espulsi dalla loro orbita in un sistema planetario, o formatisi per conto loro? Non si sa con certezza. Dovranno provare a capirlo quelli che studiano la formazione di stelle e pianeti.
La cosa sorprendente è che queste stime sembrano implicare che esistano più pianeti di questo tipo che stelle in tutta la Galassia. Sono tanti. Centinaia di miliardi di pianeti a zonzo.
Ora, immagino che qualcuno si starà chiedendo: tutti questi pianeti non potrebbero bastare a risolvere il problema della materia oscura? No. C'è stato un periodo, anni fa, in cui si sperava che la massa che non si riusciva a osservare fosse spiegabile con la presenza di molti oggetti compatti (ribattezzati MACHO - ovvero MAssive Compact Halo Object) nelle galassie. Ma la cosa non funziona (per inciso, ne parlo nel capitolo 7 del libro).
Oggi sappiamo con grande precisione - e da varie osservazioni indipendenti - quanta materia di tipo atomico è presente nell'universo: non più del 5% del totale. E non c'è verso: possono nascondersi come vogliono, ma stelle deboli e pianeti giganti sono pur sempre fatti di atomi. Sappiamo già che non ne troveremo mai abbastanza per dare conto di tutta la materia che sfugge alla vista.
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Sumi, T. et al (2011). Unbound or distant planetary mass population detected by gravitational microlensing Nature, 473 (7347), 349-352 DOI: 10.1038/nature10092