16 giugno 2010

La scienza dei suoni fastidiosi

Su New Scientist c'è un'intervista con un fisico a proposito delle ormai famigerate trombette. Il fastidio è il risultato del volume elevato (116 decibel a un metro di distanza, più o meno come una motosega o una sirena; la soglia del dolore è a 130 decibel) sommato al fatto che il suono è concentrato in un intervallo di frequenze piccolo e quindi suona particolarmente monotono (frequenza fondamentale di 235 Herz - è un si bemolle - più una serie di armoniche). In più, il singolo suonatore inesperto crea un suono più simile al barrito di un elefante che a quello di un corno da caccia (come dovrebbe essere): tanti suoni del genere, tutti insieme, sembrano uno sciame di insetti, ma senza un minimo di variazione.

Quello che stento a capire è come mai i tecnici audio dei canali televisivi non abbiano ancora deciso di attenuare il suono (magari non cancellare completamente, per rispettare l'atmosfera dello stadio) usando un filtro estremamente selettivo. Sarebbe facilissimo.
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