27 gennaio 2010
Avatar (ovvero che mi ci hai portato a fare sopra Alpha Centauri?)
Sono due giorni che cerco di capire cosa penso di Avatar, e sono un po' in difficoltà. In realtà, mi dà fastidio il fatto stesso di essere combattuto, di non riuscire a scrivere semplicemente, senza riserve, che Avatar è la cosa più stupefacente che io abbia mai visto sullo schermo di un cinema. Allora lo scrivo: Avatar è la cosa più stupefacente che io abbia mai visto sullo schermo di un cinema, ma sarebbe più corretto dire dentro e fuori dello schermo di un cinema, perché lo schermo non è più uno schermo ma un finestrone — un buco nel muro da cui esce una pioggia di schegge e ti viene da scansare la testa, o un pozzo dentro cui temi di cadere se non ti aggrappi bene ai braccioli. E nel vedere tutto questo, nell'assistere con la bocca spalancata allo spettacolo che quel pazzo megalomane di Cameron ha messo in piedi per te, dimentichi di essere, appunto, sulla poltrona di un cinema. Sei su Pandora — una luna in orbita intorno a un pianeta gigante del sistema di Alpha Centauri — e quel tizio blu che corre sui rami è davvero il tuo avatar, e tu corri con lui. E la cosa è talmente vera, talmente realistica, che a un certo punto cominci a sbuffare. Sì, perché una parte di te inizia a sospettare che il tour operator ti abbia bidonato. Accidenti, questa era la tua unica occasione di vedere un nuovo mondo, uno dei tanti che sicuramente ci sono nella nostra galassia: e tra tutti quanti hai beccato probabilmente il più simile alla Terra. E vabbene che da qui ad Alpha Centauri sono solo 4 anni e mezzo alla velocità della luce, ma avresti voluto che quelle piante così vere che potresti quasi toccarle non somigliassero così tanto a quelle robe tropicali che vedi nei documentari del National Geographic; che quei tizi con la pelle azzurra non fossero degli umanoidi — molto più alti di te e con la faccia da gatto, sì, ma con i tuoi stessi identici denti e dita dei piedi e unghie e capelli e struttura ossea e muscolare, per non parlare del sistema sociale e rituale, che è quello dei nativi americani; che quei cosi che i tizi blu cavalcano, e che sembrano dei cavalli, non fossero in effetti dei cosi che sembrano dei cavalli; e che quelle cose che sembrano meduse bioluminescenti non fossero in effetti cose che sembrano meduse bioluminescenti. Insomma, avresti voluto vedere un mondo in cui, partendo da condizioni iniziali diverse, l'evoluzione avesse fatto quello che di solito fa l'evoluzione — dare un'apparenza di ordine a un caos sublime, prendere strade impreviste e inimmaginabili, inventare soluzioni alternative, costruire organismi fenomenali. Insomma, avresti voluto vedere un altro mondo, per davvero. Ma sono dettagli, lo ammetto, di fronte al fatto che Avatar è la cosa più stupefacente, eccetera eccetera. (D'altra parte, quando paghi solo dieci euro un biglietto per Alpha Centauri, non puoi lamentarti se ti ritrovi a Disneyworld.)