Non sono mai stato un fanatico dei Beatles, forse per motivi generazionali. Cioè, da ascoltatore occasionale i Fab Four mi piacciono parecchio, ma non sarei in grado di dirvi che stivaletti portava Paul McCartney nel 1963, o la differenza tra l'assolo di Please Please nella versione live e in quella in studio. E insomma, non sapevo neanche che ci fosse un mistero intorno all'accordo iniziale di A Hard Day's Night. L'ho scoperto ieri qui: o meglio, ho scoperto che il mistero non è più tale perché è stato risolto. Non da un musicista dall'orecchio fino, ma da un matematico.
Il matematico ha preso l'accordo misterioso, e lo ha scomposto nelle frequenze che lo compongono, usando le tecniche dell'analisi armonica. Così facendo, non solo ha ricostruito le singole note suonate da ogni strumento (le chitarre di George Harrison e John Lennon, il basso di Paul McCartney), ma ha anche scoperto che c'era uno strumento in più, impossibile da discernere a orecchio: il piano suonato dal produttore George Martin. Il tutto è spiegato in dettaglio qui.
Ecco, pur non essendo un fan dei Beatles, la cosa mi è piaciuta molto, perché ha parecchi punti di contatto con un'altra storia. Il matematico ha fatto esattamente quello che fanno i cosmologi che studiano la radiazione cosmica di fondo. (Che poi è il motivo per cui questo libro ha il titolo che ha.) Anche lì si tratta di scomporre un segnale nelle frequenze che lo compongono — le frequenze delle onde sonore presenti nel plasma che riempiva l'universo primordiale. Solo che, invece di analizzare un suono, i cosmologi analizzano l'immagine delle increspature lasciate dalle onde sonore nel plasma quando l'universo aveva solo 380 mila anni.
La radiazione di fondo è stata scoperta nel 1964, che è proprio l'anno in cui uscì A Hard Day's Night. Anche per ricostruire lo spettro delle onde acustiche primordiali ci sono voluti circa quarant'anni, ma invece di capire quali strumenti hanno suonato un accordo, si è ricostruita la composizione fisica dell'Universo e si sono studiati i meccanismi che ne governano l'evoluzione.
L'obiettivo è un po' diverso, la scienza è la stessa.