"Più che la teoria della relatività, quella delle relazioni. L'"Einstein" firmato da Liliana Cavani e appena passato su Raiuno paga un tributo spropositato alla pessima immagine della fiction italiana: il guaio è che più se ne pensa male, più si ricevono prove in tal senso. [...] "Einstein" ha lo spessore della carta velina e l'intarsio di una soap americana. Per arrivare un po' al dunque - i micidiali destini del mondo, la luce che viaggia, i nazisti, l'atomica - tocca sorbirsi una sarabanda chilometrica sul cosiddetto lato umano, che somiglia in maniera drammatica a quello di tuo cugino, o del vicino del piano di sotto."
31 ottobre 2008
Einstein (in love)
Di buono c'è stato che, per una volta, una fiction RAI aveva come protagonista uno scienziato. Per il resto, mi pare che il sintetico giudizio di Antonio Dipollina su Repubblica dia la misura dell'occasione persa: