28 novembre 2012

Un "cold case" marziano?

Il Viking 2 sul suolo marziano. (Image credit NASA/JPL.)

Provo a elaborare qualche congettura su quello che succederà la settimana prossima, quando saranno resi noti i risultati di Curiosity che il capo della missione, John Grotzinger, qualche giorno fa ha definito "roba per i libri di storia". Credo si tratti di congetture abbastanza ovvie, una volta che si mettano insieme i pezzi giusti.

Intanto: l'esperimento di cui stiamo parlando, SAM, è un esperimento che cerca molecole organiche. Ovvero, per farla semplice, composti del carbonio che si trovano associati alla vita come la conosciamo sulla Terra. La prima conclusione è facile, quindi: diciamo che con ogni probabilità Curiosity dovrebbe aver trovato molecole organiche su Marte. Ora, basta questo a dire di aver trovato tracce di vita? Assolutamente no. Le molecole organiche sono un prerequisito per la vita, e si accompagnano alla presenza di vita. Ma si trovano anche in ambienti privi di vita. Sono anzi piuttosto abbondanti nell'universo, per esempio nelle nubi interstellari, nelle comete, negli asteroidi. Sono una condizione necessaria per la vita, quindi, ma non sufficiente. Allora, da dove nasce tutta l'eccitazione?

Qui bisogna mettere insieme qualche altro pezzo. Bisogna fare un bel passo indietro e tornare al 1976, quando le due sonde Viking arrivarono su Marte, attrezzate con quattro esperimenti appositamente progettati per cercare la vita. Rifare tutta la storia di come andarono le cose sarebbe troppo lungo, anche perché è una storia piuttosto ingarbugliata; ma cerchiamo di estrarre le informazioni rilevanti. Quello che successe all'epoca, in soldoni, fu che almeno un paio di esperimenti condotti dalle Viking diedero risultati consistenti con la presenza di forme di vita.

Il più interessante fu probabilmente il Labeled Release Experiment, che funzionava così: si prendeva un campione di terreno marziano, lo si introduceva in una camera isolata, e si aggiungeva qualche goccia di brodo nutriente - non quello della nonna, ma un composto fatto di varie molecole organiche marcate con carbonio radioattivo. Dopo di che si andava a guardare se nella camera veniva rilasciata anidride carbonica contenente il carbonio usato come marcatore. In pratica, si cercava di capire se nel terreno c'erano batteri che si nutrivano del brodo. Be', il risultato fu che succedeva proprio questo. Non solo, ma sotto varie condizioni di controllo (per esempio se il campione veniva prima sterilizzato) la cosa non si ripeteva.

Un altro esperimento, il Pyrolitic Release Experiment, doveva invece studiare la situazione speculare: si introduceva nella camera, oltre al campione di terreno, una "finta" atmosfera marziana, contenente anidride carbonica marcata con carbonio radioattivo. Dopo un po' di tempo si cercava di capire se il terreno aveva incorporato l'anidride carbonica marcata, come ci si aspetterebbe in presenza di metabolismo. Anche qui, risultato positivo, consistente con quello che sarebbe avvenuto usando campioni di terreno terrestre contenenti batteri.

Però (era chiaro che stava per arrivare un però) gli stessi risultati si sarebbero potuti ottenere anche in assenza di vita, semplicemente attraverso reazioni chimiche, magari un po' strane. E questa è la spiegazione che la comunità scientifica, all'epoca, ritenne più probabile. Perché? Come dicevo, la storia è complessa, ma se dovessimo riassumerla in una frase potremmo metterla così: il Viking non riuscì a trovare molecole organiche su Marte. L'esperimento progettato allo scopo, il Gas Chromatograph Mass Spectrometer, non trovò assolutamente nulla: cosa piuttosto strana perché, come ho detto, non è che le molecole organiche siano così difficili da trovare, anche in assenza di vita. In effetti, bisognò scervellarsi a ipotizzare dei meccanismi piuttosto complicati per spiegare come mai il suolo marziano analizzato dal Viking contenesse meno molecole organiche di quelle trovate su un comune meteorite (probabilmente la soluzione fu trovata dalla sonda Phoenix nel 2008, ma questa è un'altra storia). Il succo, comunque, era questo: niente molecole organiche, niente vita.

A questo punto, dovreste avere tutti i pezzi da mettere insieme. Se veramente Curiosity ha trovato molecole organiche, si dovrebbe probabilmente riaprire un caso vecchio quasi quarant'anni. Si dovrebbero reinterpretare i risultati del Viking sotto una luce diversa, e i (pochi) sostenitori della tesi che le sonde avessero già trovato tracce di vita sul pianeta rosso nel lontano 1976, avrebbero qualche arma in più dalla loro. Lo sapremo tra qualche giorno.
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