17 settembre 2010

Prova a prendermi

Copyright: Planck image: ESA/LFI & HFI Consortia; XMM-Newton image: ESA


L'universo è talmente strano che anche le cose più grandi rischiano di passare inosservate. Pensate ai super-ammassi di galassie: il nome sembra non avere bisogno di spiegazioni, eppure non rende completamente l'idea. Un super-ammasso è un insieme di centinaia di ammassi, che a loro volta sono insiemi di centinaia di galassie. Una concentrazione di massa pari a un milione di miliardi di volte quella del Sole. Il tutto, tenuto legato dalla forza di gravità, in un diametro di decine e decine di milioni di anni luce.

Una roba del genere dovrebbe dare nell'occhio. Solo che, di tutta quella massa, riusciamo a vederne direttamente una frazione irrisoria: quella che si è addensata in stelle. E se il super-ammasso è molto distante, anche quella luce può essere troppo debole. Per stanare questi oggetti giganteschi ma nascosti, gli astronomi hanno dovuto cercare altre vie. Ad esempio, hanno puntato sul fatto che nel volume occupato dagli ammassi, oltre alle stelle, c'è anche un gas molto caldo fatto di elettroni liberi, che emette  onde elettromagnetiche (soprattutto raggi X). Succede anche un'altra cosa: se i fotoni liberatisi dopo il big bang e diffusi ovunque nell'universo (ovvero quelli della radiazione cosmica di fondo a microonde) attraversano un ammasso, si scontrano con gli elettroni liberi, e cambiano energia. Cosa che lascia una traccia ben riconoscibile (sempre che siate un astronomo).

Con questa tecnica, confrontando le immagini che vedete sopra (una a raggi X presa del satellite XMM-Newton e una della radiazione cosmica di fondo), il team del satellite Planck ha appena beccato un super-ammasso mai osservato prima. Avere un po' di privacy nell'universo diventa sempre più difficile.
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