29 ottobre 2009

Campi magnetici

Questo lo avevo già segnalato altrove, ma lo ripubblico qui perché, nel frattempo, è stato premiato all'Imagine Science Film Festival. Se volete avere un'idea di come ci apparirebbe il mondo se potessimo vedere i campi magnetici, date un'occhiata.



Magnetic Movie from Semiconductor on Vimeo.

28 ottobre 2009

Chiedilo al Nobel

Se il sogno della vostra vita è fare una domanda a un premio Nobel, o se volete semplicemente ascoltare le sue risposte a domande fatte da altri, potete andare su questo canale di You Tube. Risponde John Mather, premio Nobel 2006 insieme a George Smoot. (Chissà se questa la conosce.)

24 ottobre 2009

Piccole particelle

"Se, per qualche cataclisma, tutta la conoscenza scientifica dovesse essere cancellata, e solo una frase potesse essere trasmessa alle generazioni successive, quale frase conterrebbe la maggiore informazione nel minor numero di parole? Io credo che essa sia l'ipotesi atomica (o il fatto atomico, o in qualunque altro modo vogliate chiamarlo) che tutte le cose sono fatte di atomi — piccole particelle che si muovono perpetuamente, attraendosi tra loro quando sono a piccole distanze, ma respingendosi se si prova a schiacciarle le une contro le altre."
[Richard Feynman, The Feynman Lectures on Physics]

23 ottobre 2009

Nomen omen

Dare i nomi alle cose non è uno scherzo. Pensate ai pianeti. Nel sistema solare ce la siamo cavata per secoli con la mitologia, con risultati più o meno azzeccati. Ma con gli oltre quattrocento pianeti extrasolari scoperti negli ultimi anni, invece, per ora il branding è stato, come dire, un po' carente. Nomi come OGLE-2005-BLG-390Lb o MOA-2007-BLG-400L difficilmente resteranno nell'immaginario collettivo. Ecco perché c'è chi suggerisce che sarebbe ora di occuparsi della cosa, continuando ad attingere dal pantheon greco-romano.

Altra storia sono gli acronimi scelti per i vari esperimenti e progetti di astrofisica. Ci si spreme le meningi per trovare una sigla che resti (e di solito il trucco è: prima si trova il nome, poi lo si giustifica con un acronimo ragionevole). Ma quando il risultato include cose come DIRT, MACHO e WET, allora forse viene il dubbio che ci si sia spinti un po' oltre.

22 ottobre 2009

21 ottobre 2009

Symphony of science

Più o meno un mese fa, avevo messo nella colonna delle segnalazioni [*] un link a un video di un brano musicale realizzato usando spezzoni di discorsi di Carl Sagan presi da Cosmos. Adesso, vedo che la cosa fa parte di un progetto che si chiama The Symphony of Science, e che è stato messo su un nuovo video, questa volta a più voci (c'è anche uno special guest ai bonghi, indovinate chi). Per quanto in genere detesti l'uso ormai indiscriminato dell'auto-tune, devo dire che il risultato finale ha qualcosa di affascinante.

[*] Sì, questo blog ha una colonna delle segnalazioni. Potete anche seguirle da Google Reader o via questo feed. Altrimenti potete passare qui sul blog, a controllare ogni tanto, che a me fa sempre piacere.

20 ottobre 2009

Reale o plausibile?

Segnalo — a quello che immagino essere un sottoinsieme piuttosto piccolo dei lettori di questo blog — questo interessante articolo (non tecnico, ma comunque di nicchia) di David Hogg, che tocca temi come l'uso della statistica per selezionare modelli fisici, il fatto se le nostre teorie siano reali o solo plausibili, e più in generale il problema di cosa possiamo dire (o sperare) di conoscere sull'universo. (Tutte cose che mi interessano anche per motivi su cui prima o poi ritornerò. Forse.)

17 ottobre 2009

Troppi cartoni animati

Forse avrete saputo della storia del bambino scomparso che si temeva essere stato sollevato in aria da un pallone. Si è scatenata una sarabanda di elicotteri, c'è stata una diretta TV, alla fine in qualche modo il pallone è tornato al suolo: era vuoto. Momenti di panico, poi si scopre che il bambino si era nascosto da qualche parte in garage.

Bene. Salta fuori che, a usare un po' di fisica e qualche nozione di aerostatica, si sarebbe potuto capire subito che non c'era verso che quel pallone potesse sollevare un bambino:
"Penso che poche persone suggerirebbero che le autorità non avrebbero dovuto affrontare il caso vigorosamente, come hanno fatto, o che si sarebbe dovuto prendere alla leggera il dramma nel momento in cui si svolgeva. Ma se non avete almeno considerato la possibilità che non ci fosse nessuno dentro quell'accrocco, forse avete visto troppi cartoni animati."
[Cosmic Log]

16 ottobre 2009

Ancora su LHC, retrocausalità e il New York Times

L'articolo di Overbye sull'ipotesi di Nielsen e Ninomiya (di cui si diceva l'altro giorno) ha provocato comprensibilmente diverse reazioni. Accenno solo a un paio che mi sono sembrate significative. Sean Carroll fa un'analisi piuttosto lunga, che si conclude così:
"In fin dei conti, questa teoria è folle. [...] Ma sono felice di riconoscere che si tratta di un tipo buono di follia. Gli autori partono da un'idea speculativa ma ben definita, e la portano alla sue logiche conclusioni. Questo è ciò che ci si aspetta dagli scienziati. Penso che la probabilità che il modello sia giusto è meno di una su un milione, per cui non prenderò molto sul serio le sue previsioni. Ma il processo attraverso cui quelle previsioni sono state prodotte è perfettamente scientifico."
Ted Bunn si concentra sull'aspetto delle probabilità cui fa riferimento Sean, e mostra che l'esperimento proposto da Nielsen e Ninomiya per verificare la loro teoria è impossibile in pratica, o meglio, è possibile solo se crediamo che un malfunzionamento di LHC causato da un effetto di causalità rovesciata sia a priori più probabile di un qualsiasi altro guasto. Credo che tutte le persone che lavorano su LHC, in questo momento, vorrebbero tanto che fosse così.

13 ottobre 2009

Non ditelo a Giacobbo

Ricordate quando, dopo il guasto a LHC, parlammo della bislacca teoria secondo cui l'acceleratore sarebbe stato danneggiato da un effetto di retrocausalità (in soldoni, si sarebbe auto-sabotato dal futuro)? Oggi, un anno dopo, la storia viene ripresa dal New York Times, in un articolo di Dennis Overbye, peraltro ottimo (come sempre) dal punto di vista strettamente giornalistico. (C'è persino un link a un blog scientifico: ve la immaginate una cosa del genere in Italia? No, il blog non è il mio.) Peter Woit, come nel suo stile, ci va giù pesante.

10 ottobre 2009

Fare chiasso

"Nella scienza, tuttavia, avere un'idea è solo metà della battaglia. La ricompensa per un'idea nuova non è un applauso, ma l'opposizione di persone che ti prendono abbastanza sul serio da provare a distruggerti. La gloria e l'onore vanno giustamente a coloro che sono disposti a lottare per quell'idea e a mettere in gioco se stessi e le proprie prospettive di carriera nel devastante processo di convincere i colleghi, propagandandola nel circuito delle conferenze, e in generale facendo molto chiasso intorno a essa."
[Dennis Overbye, Lonely Hearts of the Cosmos (che, lo dico tra parentesi, è un libro bellissimo)]

9 ottobre 2009

Sarà uno schianto

Insomma, se tra un’oretta (alle 13.31, per l'esattezza) volete vedere un po’ della polvere sollevata dall’impatto di LCROSS sulla Luna (*), avete due possibilità. O vi procurate di corsa un telescopio decente (minimo una trentina di centimetri d’apertura) oppure vi collegate su NASA TV.

(*) Lo sapete, no, che la NASA manda a schiantarsi una sonda su un cratere lunare per vedere se c’è un po’ d’acqua congelata nel sottosuolo? Se non lo sapete è perché non avete sentito la puntata di Condor di ieri.


Aggiornamento: L'impatto non ha avuto conseguenze visibili, a quanto pare. Io lo avevo detto.

6 ottobre 2009

I Nobel per la fisica 2009

Fedele alla regola non scritta che prevede un'alternanza tra lavori molto teorici e lavori con applicazioni pratiche, quest'anno l'Accademia delle Scienze svedese ha deciso di premiare due scoperte che hanno ricadute evidenti nelle società tecnologiche: le fibre ottiche e i CCD (charged-coupled device). Le prime, come tutti sanno, vengono usate per trasmettere dati digitali ad alti velocità. I CCD hanno invece cambiato completamente la fotografia, permettendo il passaggio dalla pellicola al digitale. La macchina digitale del vostro telefonino ha al suo interno un CCD, e le righe che sto scrivendo forse potete leggerle anche grazie alle connessioni a fibra ottica.

La cosa bella, secondo me, è che quelle premiate quest'anno sono due scoperte che hanno cambiato in modo tangibile la vita della maggior parte di noi, ma che allo stesso tempo hanno avuto conseguenze straordinarie nella ricerca scientifica di punta. L'astronomia, ormai, non usa più da molto tempo lastre fotografiche: ogni volta che guardate un'immagine dello spazio profondo presa dall'Hubble Space Telescope, ad esempio, lo fate grazie all'esistenza di CCD sensibilissimi, in grado di catturare fotoni con un'efficienza impensabile per le vecchie emulsioni su pellicola. E il fatto di poter trasferire queste immagini velocemente in posti del mondo lontanissimi, perché possano essere analizzate da altri astronomi o semplicemente ammirate dagli appassionati, è possibile anche grazie ai collegamenti a fibra ottica.

Insomma, una premio che unisce fisica applicata, astronomia, e tecnologia. Ottima scelta.

5 ottobre 2009

Cose alla radio

Oggi, a Condor, ho fatto due chiacchiere con Luca e Matteo a proposito di Flashforward (che parte oggi anche in Italia), segnali dal futuro e tachioni. Chi si fosse perso la puntata può scaricare il podcast; per chi va di fretta, i cinque minuti sono qui: