10 gennaio 2009

"Debbo la scoperta di Uqbar alla congiunzione di uno specchio e di un'enciclopedia"

Nel libro sulle costanti della fisica di cui parlavo un po' di tempo fa, a un certo punto Barrow dice che il suo argomento preferito contro i viaggi nel tempo è basato sull'economia:
"Esso parte dal fatto che i tassi di interesse sui mercati finanziari sono diversi da zero, per sostenere che né viaggiatori in avanti nel tempo né viaggiatori all'indietro nel tempo si stanno avvantaggiando della loro condizione per fare strage sui mercati. Se essi fossero in grado di investire nel passato in base alla conoscenza di dove i mercati cresceranno nel futuro, il risultato a lungo termine sarebbe di far calare i tassi di interesse a zero."
Io di economia capisco poco, e non provo nemmeno a discutere la validità dell'argomento (che mi sembra più interessante per uno scrittore di fantascienza che per un fisico — per un economista, non so). Ma, a titolo di curiosità, mi è venuta voglia di risalire alla fonte. L'articolo originale citato da Barrow è: M.R. Reinganum, "Is Time Travel Possible? A Financial Proof", apparso su Journal of Portfolio Management 13, pagg. 10-12 (1986).

Ho fatto qualche ricerca. L'articolo è menzionato varie volte in rete: per esempio qui, qui e qui (dove si parla del ruolo dell'economia nella fantascienza, riferendosi, tra l'altro, al famoso saggio del premio Nobel Krugman sull'economia del commercio interstellare). Viene anche riportato qualche frammento, ma mai un link all'articolo completo. (Peraltro, diversamente da Barrow, il titolo dell'articolo è citato come "Is Time Travel Impossible?".)

Allora sono andato sul sito della rivista, e ho provato a consultare l'archivio. Nell'indice degli autori Reinganum compare, ma tra i suoi articoli non c'è niente che parli dei viaggi nel tempo. E non c'è traccia dell'articolo di Reinganum nemmeno nell'indice del numero dove dovrebbe essere apparso.

Strano. A questo punto non so se l'articolo sia mai esistito. So solo che, alla fine di tutto questo, io mi sono sentito un po' come il protagonista di "Tlön, Uqbar, Orbis Tertius" di Borges.
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