28 novembre 2007

Vuoti a rendere

Parecchi mi hanno chiesto ragguagli e opinioni a proposito di questa notizia. Per chi non l'avesse letta, si tratterebbe della presunta scoperta di una traccia osservativa di (cosiddetti) universi paralleli al nostro, sotto forma di un vuoto nella distribuzione di galassie. Il vuoto è lo stesso di cui abbiamo parlato qui un po' di tempo fa; e gli "universi paralleli" sarebbero quelli che vengono fuori in alcune interpretazioni della teoria delle stringhe, ovvero quelli basati sulla speculativa e controversa idea del "landscape" (e anche a questa cosa avevamo un po' già accennato qui, sebbene in un contesto diverso). Per capirci qualcosa di più bisogna intanto osservare che la notizia si riferisce a un articolo apparso su New Scientist, che è una buona rivista di divulgazione scientifica (alla Scientific American, per capirci) ma non certo un'autorevole rivista specialistica (alla Nature, per capirci). Comunque, nel 2006 Mersini-Houghton aveva presentato uno studio, poi ripreso e ampliato con alcuni collaboratori, sulla possibilità che la presenza di vuoti nella distribuzione di materia possa essere letta come una "smoking gun", un'evidenza indiretta in favore dello scenario del "landscape". Stando a questo scenario, diverse regioni con diverse condizioni iniziali avrebbero originato diversi universi, separati dal nostro da distanze così enormi da non essere osservabili (tecnicamente, questi universi sarebbero fuori dal nostro orizzonte cosmologico). Ma secondo Mersini-Houghton e collaboratori, il fenomeno dell'entanglement quantistico, che agiva tra le diverse regioni quando queste erano ancora microscopiche (prima cioè della successiva espansione), continuerebbe a legarle ancora oggi, causando, tra l'altro, vuoti nella distribuzione di materia su grande scala. Ora, il vuoto osservato qualche mese fa viene interpretato da Mersini-Houghton proprio come una conferma della sua ipotesi. Tutto molto speculativo e ancora da approfondire, e sicuramente non l'unica interpretazione possibile. Ma data la ben nota difficoltà nel mettere alla prova la teoria delle stringhe, la cosa ha fatalmente destato un certo interesse.
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