17 aprile 2007

L'ultima domanda

L'ultima domanda venne posta per la prima volta, quasi per scherzo, il 21 maggio 2061, in un momento in cui l'umanità cominciava a intravedere finalmente un po' di luce. La domanda era il risultato di una scommessa di cinque dollari, nata durante una bevuta, ed ecco come andò la cosa.


Inizia così "L'ultima domanda" (1956), che Isaac Asimov riteneva il suo racconto migliore. La domanda la pongono due tecnici al supercalcolatore Multivac: vogliono sapere se nell'universo continuerà a esserci per sempre energia utilizzabile, o prima o poi sarà tutta completamente degradata. Se l'universo è un sistema isolato, la sua energia totale si conserva, ma la sua entropia aumenta (l'entropia è la grandezza fisica che misura il grado di disordine di un sistema e la sua capacità di sfruttare energia per compiere lavoro). In altre parole, tutta l'energia dell'universo passa con il tempo da una forma utilizzabile a una "inutile". L'universo va incontro alla morte termica, uno stato di equilibrio alla stessa temperatura, in cui nulla può più succedere. I due tecnici Adell e Lupov iniziano a discutere sulla possibilità che si possa invertire la tendenza all'aumento dell'entropia dell'universo e continuare a sfruttare l'energia in modo illimitato.

-- So tutto dell'entropia -- disse Adell, con un tono di dignità offesa.
-- Davvero? Non si direbbe.
-- Ne so tanto quanto te.
-- Allora sai anche che tutto finirà per decadere, prima o poi.
-- D'accordo. Chi ha detto il contrario?
-- Tu, l'hai detto, povero mammalucco. Hai detto che avevamo tutta l'energia di cui abbiamo bisogno, per sempre. Hai detto proprio "per sempre".
Era Adell, ora, in vena di contraddire. -- Può anche darsi che, un giorno o l'altro, si riesca a ricostituire tutto.
-- Mai!
-- Perché no? Un giorno, non so quando.
-- Domandalo a Multivac.
-- Questo poi no.
-- Domandalo a Multivac, ti dico! Facciamo una scommessa: mi gioco cinque dollari che ti dirà di no anche lui.
Adell era abbastanza brillo per provare, abbastanza in sé per poter comporre i simboli e le operazioni necessarie per una domanda che, in parole, sarebbe suonata press'a poco cosi: Potrà un giorno il genere umano, senza dispendio di energie, essere in grado di riportare il sole alla sua piena giovinezza pefino dopo che sarà morto di vecchiaia?
O magari, in maniera più semplice, si sarebbe potuta formulare così: Com'è possibile diminuire in modo massiccio il quantitativo di entropia dell'universo?
Multivac si fece immobile e muto. I lenti lampi di luce cessarono, i lontani rumori del ticchettio dei relais si fermarono.
Poi, proprio quando i due tecnici terrorizzati sentivano di non farcela più a trattenere il respiro, vi fu un improvviso ritorno alla vita della telescrivente collegata con quella parte di Multivac. Le parole erano cinque in tutto: DATI INSUFFICIENTI PER RISPOSTA SIGNIFICATIVA.
-- Niente scommessa -- bisbigliò Lupov. E insieme si allontanarono in fretta dal sotterraneo.
Il mattino dopo i due amici, afflitti dal mal di testa e dalla bocca impastata, avevano già dimenticato l'incidente.


Ma il calcolatore non ha dimenticato proprio niente, e continuerà a rimuginare sulla domanda per molto, molto tempo... Non dirò come va a finire, ma se non lo avete mai letto vi consiglio di cercarlo.
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